Per volontà di S.A.S. Il Principe Ranieri III di Monaco è stato avviato, ad ottobre del 2003, il progetto per la realizzazione di un Nuovo Museo Nazionale: NMNM Nouveau Musée National de Monaco.
L’introito della vendita dei biglietti d’ingresso della mostra saranno devoluti alla MAP-Monaco Aide et Présence, associazione fondata nel 1979 con obbiettivo primario l’assistenza all’infanzia e presieduta da S.A.S. Il Principe Alberto II di Monaco e l’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca del Cancro.
In un periodo di transizione in cui non esiste ancora una sede vera e propria, il Nuovo Museo Nazionale del Principato di Monaco si presenta al pubblico attraverso delle esposizioni che permettono di mostrare le sue collezioni, le sue ricchezze e la sua sfera di attività e di riflessione.
« Principato di Monaco. Idea per un museo » è la versione italiana della prima di queste manifestazioni, essa è stata presentata a Monaco dal 16 dicembre 2004 al 6 marzo 2005, intitolata Acte I. Pour un Nouveau Musée.
L’esposizione è stata concepita come composta da grandi sezioni tematiche.
Costruire un Museo all’inizio del XXI secolo implica una riflessione sul luogo ove verrà eretto l’edificio, sulla sua forma architettonica e sui legami che uniranno le collezioni (che costituiscono il contenuto reale del Museo) sull’ambiente sociologico urbano, sul contesto storico, politico ed economico. A questo insieme di questioni costitutive legate al nuovo Museo, abbiamo scelto di dedicare una sezione del progetto museografico alla « rappresentazione artistica del territorio», alle mutazioni dello sguardo degli artisti su questo luogo, e alle proiezioni sull’avvenire. Pertanto questa prima sezione può riunire in una stessa sala un quadro di Claude Monet del 1882, un disegno o un plastico di architettura mai realizzato o ancora una fotografia contemporanea.
Una seconda sezione dell’esposizione presenterà la collezione d’arte moderna del Museo, costituita dalla donazione della Signora Jean-Louis Roux-Berger della collezione di opere neo-impressioniste, fauve o post-impressioniste di suo marito (Paul Signac, Emile Othon Friesz, Henri Manguin, ma anche Maurice Vlaminck o Paul Gauguin). Il secondo insieme oggi significativo è quello costituito da una serie di acquisizioni di opere del pittore Kees Van Dongen. Originario di Delfshaven vicino Rotterdam, Van Dongen si stabilisce in Francia fin dai venti anni e si stabilirà a Monaco a partire dal 1949. Queste sezioni prefigurano una collezione più importante – che il Museo intende costituire – che vedrà, all’interno del futuro museo, uno spazio dedicato al genio artistico di Kees Van Dongen. Le opere su carta riunite sono state per la maggior parte eseguite nei primi anni della fase parigina dell’artista. Eseguite ad acquerelli o ad inchiostro, i lumeggiamenti di toni di colore annunciano un pre-fauvismo dell’artista. Alcuni quadri maggiori sono presentati a Roma. « La Femme au lévrier bleu » che fu esposta al Salon des Indépendants nel 1920 è rappresentativa del periodo dei grandi ritratti femminili in cui il modello è ritratto in piedi a grandezza reale o quasi. Dello stesso periodo è « Mademoiselle Geneviève Vix nel ruolo di Salomé », opera nella quale Van Dongen ha dipinto il mito di Salomé e della danza dei sette veli. Il pittore della femminilità e della sensualità associa visivamente in questa composizione stupefacente, la bellezza e il fascino femminile al sacrificio e al sangue.
Il percorso dell’esposizione continuerà con la presentazione delle collezioni contemporanee del Nuovo Museo. Naturalmente all’inizio una collezione non vuole pretendere di essere un percorso storiografico esaustivo. Due sale, l’una dedicata alla figurazione (Pop, Nouveaux réalistes) e all’oggetto (Gina Pane, Daniel Pommereulle), una seconda dedicata alle astrazioni : “gestuali” (Georges Mathieu, Kazuo Shiraga ) o di tipo “concettuale” (Louis Cane o Patrick des Gachons) mostreranno dei primi insiemi della collezione. La terza sala dedicata all’arte contemporanea è stata concepita intorno alle tematiche del corpo e dei suoi orpelli, sono riuniti in uno stesso spazio situazioni ed oggetti provenienti sia dalle arti plastiche che dalle arti di scena : Jan Fabre, Rebecca Horn o Nancy Wilson-Pajic.
La galleria principale di Palazzo Ruspoli riunirà secondo un principio di compenetrazione delle discipline artistiche che caratterizzano oggi la creazione contemporanea delle opere pittoriche contemporanee che evocano un universo scenico (Jacques Monory, Valerio Adami), delle opere su carta di Léon Bakst, Constantin Korovine, Alexandre Benois o Natalia Gontcharova che richiamano la storia dei balletti russi di Serge de Diaghilev all’inizio del XX secolo, dei costumi di scena, bozzetti o tempere legate alla storia dell’Opéra di Monte Carlo. Due eccezionali creazioni monegasche saranno evocate : « L’Enfant et les sortilèges », creata nel 1925 a partire dal libretto di Colette su musica di Maurice Ravel, e «Schiaccianoci», prodotto da Boris Romanov nel 1936, con decorazioni e costumi di
Alexandre Alexeieff, oltre a una grande personalità che contraddistinse la grande epoca delle creazioni della scena di Monte Carlo : Eugène Frey ; che diede un apporto di straordinaria modernità all’arte dei decori e delle invenzioni che presagiva vari aspetti dell’evoluzione contemporanea dell’odierna scenografia.
Mostrando fianco a fianco nell’ultima sala le scenografie luminose di Frey, un’opera contemporanea commissionata nel 2004 dal Nuovo Museo al regista Ange Leccia (Répétitions) realizzata ai Balletti di Monte Carlo e una serie di lavori di d’Ernest-Pignon-Ernest , l’esposizione tenta di dimostrare che, al di là delle abituali cronologie interdette dallo stato ancora embrionale delle collezioni del Museo, scaturiscono tematiche significative.