Lucian Freud
47 dipinti, 20 disegni e 14 incisioni.
Con la collaborazione del British Council, a cura di Bruno Mantura
04 Ottobre – 17 Novembre 1991
Roma – Palazzo Ruspoli (60.000 Visitatori)
Catalogo Electa
La Fondazione Memmo inaugura a Palazzo Ruspoli il 3 ottobre 1991, la prima mostra antologica italiana consacrata a Lucian Freud.
Realizzata insieme al British Council e curata da Bruno Mantura la mostra è ricca di ben 47 dipinti, 20 disegni e 14 incisioni, che documentano il percorso dell’artista dagli anni ’40 ad oggi.
Lucian FREUD è nato a Berlino nel 1922 da Ernst, ultimogenito di Sigmund. Stabilitosi con la famiglia, transfuga dalla Germania hitleriana nel 1933 in Inghilterra, è naturalizzato cittadino britannico nel 1939.
Il suo talento di disegnatore e di pittore si manifesta precocemente cosicché nel 1937 è iscritto alla East Anglian School of Art diretta da Cedric Morris.
Subito dopo la guerra si reca diverse volte in Francia a Parigi, compiendo anche qualche viaggio in Grecia ed in Italia.
La sua prima attività è documentata in mostra da dipinti di alta qualità come The painter’s room, 1943, Man with feather (self portrait), 1943 e Girl with a Kitten, 1947. La cultura del giovane FREUD, pur contenuta da un punto di vista espressionista è consonante con la Neue Sachlichkeit (si interessa a Grosz). Fortemente implicata in soluzioni grafiche raffinate certamente sensibili al finissimo disegno di Ingres, sembra essere attenta anche a modi di derivazione surrealista.
La sua produzione giovanile è un gioco di equilibrio tra natura e storia: da una parte il suo forte sentimento della realtà, dall’altra il suo interesse per il Museo, contenitore, per lui artista di stretta osservanza figurativa, di un materiale infinito per verificare la sua opera.
Alla fine degli anni cinquanta FREUD decide di abbandonare il disegno per una pittura libera da ogni vincolo lineare.
Le pennellate si fanno protagoniste dell’immagine che ora, con resa più monumentale, sembra esibire interni sussulti e trasalimenti. A quel periodo risalgono Man’s head, 1959/60, Sleeping head, 1962.
Andando avanti negli anni si precisa l’interesse di FREUD non solo per il ritratto ma per l’intera figura umana rappresentata spesso in nudità assoluta.
Per l’artista, che non si serve mai di modelli professionali, le pose, a volte assai tormentate, dei raffigurati, si ottengono in una sorta di interazione fra loro ed il pittore.
Dallo sguardo dell’artista, che sembra penetrare fin nei precordi, coloro che posano sembrano volersi difendere. Ne fanno fede alcuni splendidi nudi come Night portrait, 1977/78, o Naked portrait II, 1980/81.
L’itinerario dell’artista può essere inteso come diviso tra natura e storia: da un lato la sua istintiva e concettuale adesione al realismo, dall’altra l’interesse costante e vivo per il museo su cui si affaccia diverse volte: gli ultimi nudi audaci e michelangioleschi ce ne danno testimonianza.
E’ interessante rammentare d’altronde che negli anni ’60 si accese, non solo nel mondo della cultura, una viva curiosità per i mirabili ed indecenti disegni del Pontormo.
Nel suo confrontarsi appunto tra museo e realtà, vissuta ed acutamente osservata, Freud raggiunge quella sua statura che ne fa uno dei più grandi artisti del nostro secolo