Fasto Principesco _ La corte di Dresda 1580-1620
02 Marzo – 25 Aprile 2005
Duecento capolavori di scultura antica e moderna, oreficeria e arti applicate esposti alla Fondazione Memmo che ricostituisce, per l’occasione, l’atmosfera sontuosa di una corte capace di rivaleggiare con le maggiori dinastie europee.
Hamburg – Museum für Kunst und Gewerbe
(ca. 45.000 visitatori)
New York – Metropolitan Museum of Art
(146.000 visitatori)
London – Somerset House
(15.270 visitatori)
Catalogo Electa
“La volta verde”, Grünes Gewölbe, nome misterioso e fantastico, da antro marino, disegna il luogo dove venivano gelosamente custoditi i tesori del Castello di Dresda; testimonianze preziose, curiose, erudite dal Fasto principesco di quella corte tedesca, tra 1580 e 1620, nel tempo del passaggio dal Rinascimento al Barocco.
In occasione dei lavori di riallestimento del Historisches Grünes Gewölbe duecento dei capolavori di scultura antica e moderna, oreficeria e arti applicate, provenienti anche da altri tre musei delle Staatliche Kunstsammlungen Dresden – Rüstkammer (Armeria), Skulpturensammlung (Collezione di Scultura), Kunstgewerbemuseum (Museo delle Arti Decorative) -collezionati da principi verranno esposti a Roma dal 2 marzo al 25 aprile alla Fondazione Memmo di Palazzo Ruspoli che ricostituisce, per l’occasione, grazie ad un magnifico allestimento, l’atmosfera sontuosa di una corte capace di rivaleggiare con le maggiori dinastie europee. I tesori artistici, raccolti dai Principi elettori di Sassonia, ne rappresentarono il gusto, la cultura, il capriccio. Provenienti dall’Armeria, le armi e le corazze da parata finemente cesellate, tra cui quella d’argento realizzata in occasione del battesimo del Principe elettore Cristiano I, nell’anno 1591, e una piccola corazza per infante, presumibilmente appartenenuta a Cristiano I quando aveva otto anni.
Dalla Kunstkammer, è questo l’aspetto più insolito della mostra, la stanza delle meraviglie, dove, in misteriosi scaffali, cassetti, credenze, venivano collezionati dal principe elettore Augusto di Sassonia gli oggetti che più lo affascinavano: molti i pezzi in avorio opere di raffinati artisti, artigiani, tornitori convocati a Dresda da ogni parte d’Europa, oggetti esotici provenienti dall’Oriente, gioiellini che costavano veri patrimoni, non tanto per l’oro con cui erano montati, ma per la loro rarità. Ci si rovinava per una pelle di armadillo, per una salamandra imbalsamata, per insetti imprigionati nell’ambra, denti e unghie di animali feroci, lumachine di mare, conchiglie dei mari del sud, uova di struzzo, pesci fossili, noci di cocco, meraviglie della natura mai viste che venivano montate nei modi più fantasiosi come calici, o in forme zoomorfe o antropomorfe. Giochi di fantasia che esprimevano anche il potere economico del loro possessore e rappresentavano di tutto, da un castello ad un’elefante con torretta di guerra, da un ercole che sorregge il globo terrestre ad una coppa con draghi. Il cristallo di rocca arrivava in blocchi dalle Alpi a Milano, materiale grezzo che abili mastri artigiani lavoravano traendone coppe o vasi incredibilmente sottili che in seguito venivano decorati dagli incisori furono poi acquistate dalla corte di Dresda. Vi erano poi i doni inviati attraverso i diplomatici, dai sovrani amici. Antichi cammei, monete, pietre dure, bronzi, armi. Nel 1587 il granduca di Toscana aveva offerto delle statuette, opera del suo scultore di corte, il Giambologna, esposte in mostra insieme al busto di bronzo di Cristiano II opera di Adriaen de Vries, dono dell’Imperatore Rodolfo II. Le occasioni di scambio di regali preziosi erano molte, nozze, battesimi, visite di principi stranieri che si celebravano per giorni con tornei, parate, spettacoli e battute di caccia.
Dal settembre scorso nel Castello di Dresda la celebre Grünes Gewölbe è riaperta al pubblico con i suoi più preziosi tesori, in una veste nuova: un più moderno e funzionale allestimento.