Bagliori del Medioevo
Arte romanica e gotica dal Museu Nacional d’Art de Catalunya
30 Ottobre 1999 – 28 Febbraio 2000
Roma – Palazzo Ruspoli (13.424 Visitatori)
Catalogo Leonardo Arte
A Roma, per la prima delle grandi mostre del Giubileo, in omaggio a Bonifacio VIII che nel 1300 ha indetto il primo Giubileo della storia, i tesori dell’arte medievale catalana e i segreti delle sue radici europee, nelle splendide collezioni romaniche e gotiche provenienti dal prestigioso Museo d’Arte della Catalogna vengono esposti alla Fondazione Memmo. Quasi mille anni fa, al tempo delle celebri abbazie cistercensi, dei chierici vaganti, dei paladini e delle chansons de gestes, in molte regioni d’Europa, specie la Normandia e la Lombardia, fiorivano nuove e originali architetture e sculture, grandi edifici sacri ispirati alla tradizione popolare, con copertura per lo più a crociera, gli esterni ornati di archetti pensili e rilievi di sculture e figure fantastiche.
In Spagna, in Catalogna e Aragona, questo nuovo stile che nell’ottocento verrà definito “romanico”, giunge dalla Francia e dall’Italia, attraverso le vie dei pellegrinaggi religiosi, seguite anche dagli artisti itineranti e si manifesta nelle chiese edificate lungo i percorsi dei pellegrini. Un’architettura, una scultura, una pittura che sostituiscono gli elementi della tradizione popolare dell’Europa occidentale ai modelli carolingi e bizantini, dando vita ad una sorta di rinascimento prima del Rinascimento. Famosa è la pittura murale e su tavola della Catalogna che, sebbene legata a reminescenze arabe, si ispira a modelli italiani ed è caratterizzata da stilizzazioni geometriche basate sul triangolo e di una luminosa purezza del colore. Esempio di qualità eccezionale sono le figure monumentali degli “Apostoli di Àger”, raffigurati in posizione frontale e maiestatica, a rappresentare l’istituzione della Chiesa.
Una delle sculture lignee più belle della collezione è la “Madonna di Àger”, con il pianeta sul mantello a sottolineare il magistero di sapienza. Vergini, figure di santi – notevole quella di San Giovanni, vox clamantis in deserto – edicole, retablos e smalti preziosi, tra i quali spiccano il “Pastorale di Mondoñedo”, con “Colomba eucaristica” e “Urna”, e il “Cristo” coronato di spine di un crocefisso del XIII secolo, rappresentano solo una parte del grande fondo posseduto dal Museo di Barcellona.
Dalla Francia del nord viene l’architettura, tutta slanci verso l’alto, verso la trascendenza, delle cattedrali gotiche espressioni di fede e spiritualità di un tempo tutt’altro che oscuro. All’influenza architettonica francese si somma, in pittura, quella senese; ne testimonia l’importanza la lirica “Madonna degli Angeli” attribuita a Pere Serra. “La Natività” “San Giovanni Evangelista”, il “ritratto presunto di Giacomo I” “el Conqueridor”, la “tavola di Santa Ines”, la “Ordinazione di San Vincenzo” testimoniano degli intensi rapporti tra pittura catalana e tendenze artistiche internazionali, in particolare fiamminghe. Tra le opere da segnalare, il drammatico “Calvario” attribuito Jaume Ferrer II. A rappresentare la scultura catalana una “testa di Cristo” di Jaume Cascalls, scolpita in alabastro, come l’armoniosa immagine della “Vergine” di Sallent de Sanauja. La figura lignea di una “Madonna con bambino” è legata ad una particolare interpretazione del gotico internazionale che viene dalla corte di Praga, quella di “San Nicola” si rifà alla scultura germanica. Una sorprendente sintesi di arte internazionale che si spiega con la presenza in Catalogna di numerosi artisti stranieri in un periodo storico di prosperità economica e rinascita culturale.
Questi capolavori dell’arte medievale catalana vengono messi in scena da Pier Luigi Pizzi, che pensa, mettendo le opere “in situazione” come ama fare, di rievocare il clima mistico delle cattedrali romaniche e gotiche illuminato dalla fede.