Alla scoperta del barocco italiano _ Collezione Sir Denis Mahon
Organizzata da Sir Denis Mahon in collaborazione con la National Gallery di Londra.
01 0ttobre 1998 – 02 Maggio 1999
Roma – Palazzo Ruspoli (60.325 Visitatori)
Londra – National Gallery di Londra
Catalogo Marsilio
“Il Regno Unito ha una lunga tradizione di collezionismo e ha avuto la fortuna di dare origine in questo secolo a un numero di storici dell’arte-collezionisti forse maggiore di ogni altro paese. Potrebbe essere ingiusto menzionare alcuni nomi piuttosto che altri, ma uno spicca con chiarezza su tutti: quello di Sir Denis Mahon.
Sir Denis è indubbiamente il maggior storico dell’arte-collezionista del nostro tempo o forse di tutti i tempi; per trovare un precedente adeguato si dovrebbe andare indietro a figure, conosciute ora solo dagli specialisti, come i fratelli Boisserée in Germania all’inizio del diciannovesimo secolo, al collezionista di disegni milanese, Padre Resta, più di un secolo prima, o, portando un esempio ancora più antico, all’amico e committente di Nicolas Poussin (e uno degli eroi di Sir Denis), Cassiano dal Pozzo. Allo stesso modo di questi illustri precedenti, Sir Denis fece del collezionismo il corrispettivo visivo della sua attività storico-artistica. I suoi interessi si situano principalmente nel campo della pittura bolognese del Seicento e sopratutto nell’opera del Guercino. Indicando i meriti di questa scuola all’inizio della sua carriera, durante gli anni trenta e quaranta del secolo, egli fu il promotore in Gran Bretagna della rinascita di interesse per il barocco italiano.
C’è un’altra cosa che dev’essere subito menzionata. Mentre la maggior parte dei collezionisti anglo sassoni di questo secolo, fossero o meno storici dell’arte, ha sempre rimpianto il passaggio costante di proprietà delle opere dal settore privato ai musei, Sir Denis è stato a lungo un ardente e risoluto sostenitore dell’interesse pubblico. Ciò è stato dimostrato non solo dall’ intenzione dichiarata di più volte di lasciare in eredità la maggior parte della sua collezione a musei e gallerie della Gran Bretagna e dell’Irlanda, principalmente alla National Gallery di Londra, ma anche dalle sue campagne, spesso condotte individualmente, contro le mancanze del governo britannico nell’adempiere i suoi doveri verso il patrimonio nazionale.”
(Dall’Introduzione al catalogo di Michael Kitson)
Sessant’anni di passione per il barocco italiano; da quando nel 1934, Denis Mahon, acquistò a Parigi la prima opera del Guercino: “Giacobbe benedice i figli di Giuseppe.” Dopo tanti anni trascorsi tra mercanti d’arte, case d’asta e collezionisti, e poi, un intuito infallibile, unito alla conoscenza profonda della storia dell’arte e alla continua, tenace, ricerca delle fonti, oltre, naturalmente ad una certa disponibilità economica.
È su queste solide basi che Sir Denis Mahon ha formato una straordinaria raccolta di dipinti e disegni; tessere di un mosaico per comporre l’immagine di un secolo e mezzo di pittura italiana che si rivelerà, anche grazie a lui, come uno dei periodi centrali della storia della pittura europea.
Quando Denis Mahon iniziò a comperare le opere dei maestri italiani del seicento, il barocco non era di moda, anzi era considerato eccessivo e di cattivo gusto. Nel 1936 il giovane studioso inglese comperò dalla famiglia Barberini un’altro Guercino, “Elia nutrito dai corvi”, per una cifra inferiore alle mille sterline. Uno dei pezzi importanti della sua collezione, “Il ratto di Europa” di Guido Reni, dipinto per il re di Polonia Ladislao IV intorno al 1640, fu acquistato nel 1945 in un’asta a Londra. Mahon se lo aggiudicò per un centinaio di sterline; il suo rivale era interessato solo alla ricca cornice.
Trenta disegni, tutti del Guercino e settantasei dipinti, degni di grandi musei, della collezione privata di Sir Denis Mahon, giungono a Roma, per essere esposti alla Fondazione Memmo di Palazzo Ruspoli; è la tappa conclusiva di una mostra itinerante, partita dalla National Gallery di Londra, ove ha riscosso un enorme successo (circa 80.000 visitatori nell’ arco di due mesi).
Tra i capolavori, molti dei quali di scuola bolognese, uno dei più bei dipinti del Domenichino, il “Paesaggio con città fortificata” e anche la rinomata “Madonna del Passero” del Guercino. Nella collezione vi sono ben dieci opere del pittore centese, tra i quali spiccano “La Presentazione di Cristo al Tempio” che il Guercino teneva nella sua stanza da letto, una pala d’altare con S. Gregorio, dipinta in memoria del Papa Gregorio XV Ludovisi e “L’angelo appare a Agar e Ismaele” accompagnato da uno splendido disegno preparatorio a sanguigna.
Della raccolta, veramente prestigiosa, fanno parte anche dieci “modelli” di Luca Giordano, considerati tra le opere più significative del pittore napoletano, eseguiti per i soffitti di Palazzo Medici Riccardi a Firenze, la “Caduta di Fetonte” del tedesco Johann Liss e “Rebecca disseta Eliezer al pozzo” di Nicolas Poussin, venduto anni fà da Sir Denis e gentilmente prestato per questa mostra. Completano il panorama della grande stagione barocca le opere di Pietro da Cortona, Ciro Ferri, Francesco Albani, Annibale e Ludovico Carracci, Salvator Rosa, Solimena ed altri.
La preziosa collezione privata di Sir Denis Mahon, che non potremo più ammirare nella sua completezza dopo queste mostre, passerà per eredità a grandi istituzioni pubbliche tra cui: le Gallerie Nazionali di Londra, Dublino, Edimburgo, e i musei universitari di Oxford e Cambridge.
Alla Pinacoteca Nazionale di Bologna andranno sette dipinti: “S.Giovanni Battista in un paesaggio” di Annibale Carracci, “Paesaggio con fiume e barche” del Domenichino, “Ritratto del Guercino” di Benedetto Gennari, “Madonna del Passero” e “Sibilla che tiene un cartiglio” del Guercino, “S.Francesco consolato da un angelo musicante” e “Sibilla” di Guido Reni.
Il catalogo della mostra, con introduzione di Michael Kitson e a cura di Gabriele Finaldi, è pubblicato da Marsilio Editori.